
Negli ultimi anni, numerose tendenze di organizzazione sono diventate virali online, promettendo case più ordinate, spazi funzionali e routine senza stress.
Tuttavia, una di queste è stata fortemente criticata da professionisti dell’organizzazione e da chi ha provato ad applicarla: il “decluttering inverso”.
Anche se ha ottenuto visibilità su TikTok e nei blog di lifestyle, gli esperti avvertono che questa tecnica di organizzazione non ha senso nella pratica — e potrebbe addirittura aumentare il disordine.
Cos’è il decluttering inverso?
La tecnica nota come reverse decluttering (o decluttering inverso) propone un metodo opposto a quello tradizionale: invece di eliminare ciò che non usi, conservi solo ciò che desideri davvero mantenere. In altre parole, si svuota completamente lo spazio e si rimette a posto solo ciò che ha senso — il resto viene “messo da parte” per una valutazione successiva.
In teoria, questo potrebbe servire per individuare meglio ciò che è davvero essenziale. Nella pratica, però, può causare maggiore confusione, disordine temporaneo e persino stress emotivo, soprattutto per chi ha già difficoltà con l’accumulo o l’indecisione.
Perché questa tecnica può essere inefficace?
Gli esperti sottolineano diversi problemi legati al decluttering inverso. Il primo è che svuotare completamente una stanza in una volta sola può essere emotivamente e fisicamente estenuante. Molte persone si arrendono a metà, lasciando la casa più disordinata di prima.
Inoltre, questo metodo richiede un elevato grado di consapevolezza e concentrazione — non sempre facili da ottenere in una vita frenetica. Senza un piano chiaro, è facile finire per conservare oggetti inutili — esattamente l’opposto di quanto proposto dalla tecnica.
Un altro punto critico è l’ansia da scelta. Vedere tutti gli oggetti sparsi contemporaneamente può sovraccaricare la mente, rendendo più difficile prendere decisioni. Il processo di organizzazione può così trasformarsi in un fattore di stress anziché in una soluzione.
Cosa consigliano i professionisti dell’organizzazione
Invece di seguire mode passeggere, molti organizzatori professionisti consigliano metodi più coerenti e comprovati, come:
- Metodo KonMari (focalizzato su ciò che dà gioia)
- Organizzazione per categorie (vestiti, libri, documenti, ecc.)
- Regola dei 20 minuti (organizzare un po’ ogni giorno)
- Decluttering progressivo (poco alla volta, senza fretta)
Questi approcci rispettano i ritmi personali e producono risultati più duraturi senza provocare il caos iniziale che il decluttering inverso può generare.
Una tendenza non è sinonimo di efficacia
Il fatto che una tecnica diventi virale sui social non significa che sia adatta a tutti. Spesso, i video con milioni di visualizzazioni mostrano risultati immediati che non riflettono la complessità reale del processo di organizzazione. Il decluttering inverso può sembrare intelligente e soddisfacente nei video brevi, ma nella realtà fallisce spesso perché ignora il fattore umano.
Organizzare una casa va ben oltre l’estetica: coinvolge memoria, affetto, routine, salute mentale e benessere. Per questo le tecniche di organizzazione devono essere pratiche, sostenibili e adattabili alla realtà di ciascuno.
Conclusione: meglio evitare questa tecnica di organizzazione
Anche se il decluttering inverso ha attirato l’attenzione per il suo concetto insolito, la verità è che questa tecnica non è adatta alla maggior parte delle persone. Se desideri trasformare la tua casa in uno spazio funzionale e accogliente, è meglio puntare su metodi collaudati e adatti ai tuoi ritmi, piuttosto che su tendenze virali che promettono soluzioni miracolose.
Questo contenuto è stato creato con l’aiuto dell’intelligenza artificiale e revisionato dalla redazione.
